Giovedì, 15 Settembre 2022 10:40

Sono in fornitura con Dolomiti Energia. Perché le mie bollette continuano ad aumentare?

Riceviamo spesso dai nostri soci richieste di chiarimento più o meno di questo tenore: sono in fornitura con Dolomiti Energia, convenzione CO-energia. Perché le bollette continuano ad aumentare? Ma non ci avete detto che ci vendono solo l'energia dei loro impianti idroelettrici? Allora sono uguali a tutti gli altri?

La risposta a questa domanda richiede di andare un po' sul tecnico. Niente paura; come direbbe Alberto Angela, se avrete la pazienza di seguirci, la spiegazione è abbastanza semplice.

Dolomiti Energia, la società a cui pagate la bolletta, è parte del Gruppo Dolomiti Energia, di cui fanno parte diverse società di produzione che possiedono gli impianti idroelettrici storici del Trentino, costruiti in gran parte tra gli anni '30 e gli anni '60 del secolo scorso. L'energia venduta da Dolomiti Energia è in gran parte energia idroelettrica acquistata da queste società del gruppo.

Il prezzo all'ingrosso dell'energia elettrica sul mercato (il famoso PUN, Prezzo Unico Nazionale, calcolato ogni giorno dal GME) è aumentato di 10 volte dal giugno 2021. La storia e le ragioni di questo aumento sono legate al prezzo del gas e alle regole attuali del mercato elettrico, la trovate in due precedenti post (qui e qui).

A questo punto vi chiederete: ma se Dolomiti Energia compra l'energia direttamente dalle aziende di produzione del suo gruppo, che non usano neanche un metro cubo di gas, continuerà a pagargliela come prima. Non è che poi rivendendola a noi al decuplo farà profitti da favola?

Sfortunatamente per Dolomiti (ma anche per noi, come vedremo tra un'attimo), non è così. l'art. 15 del Decreto sostegni ter, convertito in legge il 28/03/2022 n. 25 e la relativa delibera attuativa ARERA 266/2022/R/EEL del 21/06/2022 introduce una norma per impedire alla radice questo scenario. In sintesi, le società di produzione che hanno impianti idroelettrici costruiti prima del 2010, quindi già ammortizzati, devono versare al GSE ogni mese la differenza tra il prezzo medio zonale di mercato (in pratica il PUN) e un prezzo di riferimento di 58 €/MWh, che è il prezzo medio di vendita degli ultimi anni pre-crisi nella zona di produzione di quegli impianti.

Facciamo un esempio concreto. Nel mese di agosto il prezzo medio di mercato è stato di circa 500 €/MWh, ovvero 50 c/kWh (ricordiamo l'equivalenza 1 c/kWh = 10 €/MWh). Alla fine del mese, per ogni MWh venduto a Dolomiti Energia, le società di produzione del gruppo devono versare 500-58  = 442 €/MWh al GSE. Un bel fiume di soldi. Per non andare in bancarotta, devono necessariamente addebitarle a Dolomiti Energia, che quindi si troverà a pagare, per ogni MWh, il costo "vero" dell'energia, 58 MWh, più il conguaglio da versare al GSE, 442 €/MWh. Il totale, per costruzione, fa esattamente il PUN, ovvero 500 €/MWh. E' chiaro quindi che Dolomiti Energia non ha alcun margine di manovra, dovrà per forza far pagare ai suoi clienti questo prezzo, che continua a salire come spiegato nei post precedenti.

Il decreto del governo Draghi è in vigore fino al 31 dicembre del 2022. Pur avendo un intento condivisibile, quello di evitare extraprofitti stellari ai produttori di rinnovabili dovuti ai prezzi dell'energia elettrica gonfiati dal prezzo del gas, lo ha realizzato in modo decisamente brutale. Così facendo, di fatto ha penalizzato i produttori di energia rinnovabile, impedendogli di trasferire almeno una parte del beneficio di non produrre energia col gas come sconto in bolletta ai propri clienti. Forse si poteva fare diversamente, ma questa è un'altra storia.

Cosa succederà allo scadere del decreto? La questione è oggi al vaglio della Commissione UE, che cercherà di trovare una soluzione accettabile a livello europeo, basata sul principio di disaccoppiare, in qualche modo, il prezzo dell'energia prodotta col gas da quello dell'energia prodotta con le rinnovabili. I ministri dell'energia dei paesi UE si sono riuniti il 9 settembre 2022 ed hanno raggiunto un accordo di massima sull'orientamento da seguire. Vedremo nelle prossime settimane e mesi quali provvedimenti verranno concretamente attuati.

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